martedì 15 settembre 2009
I SIMPSON E I GRIFFIN....
lunedì 14 settembre 2009
domenica 13 settembre 2009
la mia carta d'identià digitale!
1997: mi viene regalata la "super nintendo",consolle con cui ho imparato a conoscere il mondo dei videogame,grazie anche al fantastico "Donkey Kong", o a "Robocop".
1999: arriva a casa mia,la rivoluzione di tutte le consolle. La Play Station.
Devo ringraziare di cuore la Sony, perchè è stata un'invenzione incredibile.
Ancora ricordo i pomeriggi passati a casa con gli amici a cercare di superare "Silent Hill", o a sfidarci a FIfa '99 o al successivo Fifa 2000,oppure a "collassarci" con "Crash bandicoot".
2002: il mio regalo di natale non può essere dei migliori: la Play Station 2.
La piattaforma rivoluzione di tutte le piattaforme.
E' la mia "rovina scolastica",poichè i pomeriggi,dopo scuola,non li passo a studiare,ma a sfidare mio fratello, o i miei amici al leggendario e famosissimo "Pro evolution", o a cercare di superare (con successo) "Gta vice city", "Splinter Cell",o ancora, "The Gateway","Onimusha".
2004: arrivano a casa mia,in contemporanea, Xbox e Pc, e con quest'ultimo, Internet.
Naturalmente, sfide a videogame di calcio (pes,fifa 2004),e per quanto riguarda internet,sono i primi anni che inizio a "scoprirlo",e ad immettermi nei meandri della "rivoluzionaria" rete.
2006: inizio a rapportarmi con i primi social network (msn messenger).
2008: abbandono le consolle (Play Station e Xbox) utilizzando il pc anche per quanto riguarda i videogiochi. Inizio a giocare a "call of duty", o a "conflict denied ops", senza abbandonare naturalmente la saga di Pes.
2009: conosco Facebook, e diventa la mia "rovina".
Passo ore su questo social network, a chattare, scambiare opinioni e dire la mia!!!! ritrovando vecchi compagni di scuola e amici, di cui avevo perso letteralmente le tracce! tra tutti i lati negativi (violazione della privacy ecc ecc) anche facebook ha i suoi pro.
mercoledì 9 settembre 2009
La critica Usa impazzisce per i Simpson
Grande successo per i Simpsons negli U.S.A. La Stampa riporta i commenti delle riviste e dei critici dopo la proiezione della prima americana:
Brian Lowry di Variety: “Dopo 18 anni e 400 episodi “The Simpsons” ha sviluppato un ingente pubblico potenziale, da quanti lo guardano tuttora a quanti lo guardavano in passato a quelli che non sono più spettatori ma hanno figli incollati allo schermo. Fortunatamente, il film stesso offre un valido incentivo e l’efficace campagna marketing della Fox dovrebbe assicurare sufficiente curiosità…
Kirk Honeycutt sul Reporter: ”The Simpsons Movie” è tutto quello che un fan 18enne della serie televisiva animata della Fox potrebbe chiedere. Detto questo, Homer apre il film apostrofando gli spettatori “giant suckers” perchè pagano per vedere quello che è gratis in Tv. (…) “The Simpsons Movie” pare un cavallo vincente per 20th Century Fox e Gracie Films. Mirando al risultato al box office, la crew fedele e leale dei Simpson, la moltitudine di scrittori, produttori e il regista David Silverman sono veterani della serie, hanno lavorato sodo - dice Honeycutt - per fare un film che si rifà agli anni vintage della sit-com. È caustico, irriverente, sempre divertente e un po’ rude. Non molto, comunque. Non è il film di “Beavis and Butt-Head” o “South Park”. Piuttosto, oserei dire, è charming.
Come si evince da queste,e da moltissime altre, ammirevoli critiche, il film dei Simpson,nato inizialmente come "regalo di compleanno" per i 20 anni della sit-com animata, sia diventato un vero e proprio successo. In un certo qual modo, c'era da aspettarselo, poichè sono a migliaia le persone, (grandi e piccoli) che da 20 anni sono incollati alla tv per vedere questa fantastica, divertente, e anche "riflessiva" serie animata. Che dire, Complimenti a Matt Groening e alla Fox!!!!
martedì 1 settembre 2009
Scienza e Filosofia: i Simpson fanno scuola!
Negli episodi, è possibile rintracciare diversi livelli di lettura: quello della singola puntata, quello della vita dei personaggi, il livello umoristico, ironico, e le parecchie citazioni, che di fatto creano un “gioco” tra chi segue lo show e chi lo fa, nel quale ci si diverte da un lato ad inserire riferimenti artistici più o meno noti e dall’altro si cerca, di rintracciare la suddetta citazione. Da qualche anno sono usciti alcuni libri che hanno preso spunto dall’opera del fumettista americano Matt Groening per scrivere numerose pagine dedicate ai cittadini di Sprigfield.
Uno dei primi libri usciti è stato “I Simpson. Una famiglia dalla A alla Z” di Guido Michelone, in cui, attraverso il pretesto del dizionario, si potevano trovare interessanti analisi sul fenomeno Simpson. Con gli anni, però, l’attenzione è uscita dal campo dei mass media per andare verso altre discipline: Nel 2005,esce “I Simpson e la filosofia”, raccolta di saggi in cui numerosi filosofi e studiosi estrapolano dalla narrazione e dai dialoghi di più di 300 episodi, la dimostrazione di come, ad esempio, Homer abbia a che fare con Aristotele, o che Bart è un modello di comportamento nichilista. L’ultimo ad uscire è “La scienza dei Simpson” , di Marco Malaspina, che racconta di quanti riferimenti scientifici siano presenti nel cartone. Gli stessi riferimenti sono inoltre legati a problemi di attualità o sono comunque parte integrante della struttura della sitcom: in effetti, Homer lavora in una centrale nucleare, gli esperimenti di Lisa vincono quasi sempre il primo premio scolastico e uno dei personaggi “secondari” ed anche uno dei più buffi è lo scienziato Frink.
sabato 29 agosto 2009
Temi...
La struttura base de I Simpson è organizzata come una normale sitcom. E' solo una serie che racconta la vita di una tipica famiglia statunitense e di tutti i loro amici in una "ridente" cittadina americana. In verità, l'obiettivo comico dello show è maggiore di quello di una qualsiasi sitcom. Springfield è un complesso cittadino in cui vengono narrati tutti i temi della società moderna statunitense. Homer lavora in modo "goffo" e del tutto irresponsabile in una centrale nucleare, la satira che ne scaturisce, è naturalmente sulle questioni di carattere ambientale. Le giornate che Bart e Lisa passano alla "elementary school" di Springfield sono fonte d'ispirazione per una satira sul sistema scolastico pubblico statunitense.
A volte, lo show, assume connotati politici, e in più occasioni sono state prese di mira le parti del panorama politico americano. La sitcom ironizza sull' abuso di potere che il governo U.S.A. e le grandi industrie hanno sulla gente comune: i politici sono corrotti, i media sono "schiavi" del potere e fanno cattiva informazione, il reverendo Lovejoy è indifferente verso i fedeli; e la polizia locale, in modo particolare, il commissario Winchester, è totalmente inefficiente. Anche la religione, è un tema, che ricorre spesso nella serie: nei momenti di crisi, la famiglia Simpson si rivolge a Dio, che è rappresentato come un uomo enorme dalla lunga barba bianca, di cui non si vede il volto.Nonostante tutto, lo show è scettico nei confronti delle maggiori religioni.