martedì 15 settembre 2009

I SIMPSON E I GRIFFIN....


Sicuramente la somiglianza che c'è tra i Simpson e altri cartoni,per esempio I Griffin e South Park, sta nel loro senso comico affiancato dalla satira. I Simpson rappresentano un autentico " tritacarne" di riferimenti culturali di ogni genere sopratutto nella scena statunitense.

SOMIGLIANZE:

Tanto per iniziare c'è una certa somiglianza a partire della stessa immagine dei Simpson e dei Griffin: ( marito obeso e alcolizzato, figlia femmina complessata, madre quasi "normale", neonato intelligente").

ALTRA SOMIGLIANZA: sta nella frammentazione della narrazione in piccole scenette, spesso surreali, solo che I griffin hanno ancora di più accellerato la satira, più dei Simpson.


UN VERO E PROPRIO BURLISMO: I Griffin hanno provocato notevoli controversie per il loro approccio brusco su temi sensibili, infatti, da ciò è dipesa la sospensione iniziale. Molti episodi hanno avuto un contenuto che poi è stato censurato, perchè si sono burlati di temi delicati: il razzismo, alcolismo, pedofilia, sesso.

Secondo il mio parere I griffin lanciano battute troppo pesanti,il piccolo sfrutta la madre,le rivolge parole maleducate,il rapporto familiare in generale è inquadrato in maniera problematica,Stewie più volte cerca di uccidere la madre,tutti sono portatori di morali contorte,si parla liberamente di sesso anche se non sono presenti vere e proprie scene pornografiche...insomma,trasmettere il programma in una fascia protetta non è proprio il caso. Io non mi prenderei la responsabilità. Non è un cartone animato adatto a dei bambini che assorbono tutto quello che vedono e che sentono.è ovvio dunque che sia soggetto a censure. Dovrebebro semplicemente farli la sera,come le puntate incensurate che hanno trasmesso recentemente.


lunedì 14 settembre 2009



Io penso che così siamo al completo...!

domenica 13 settembre 2009

la mia carta d'identià digitale!

Il mio rapporto con i media, ma soprattutto con i videogiochi, è particolarmente "acceso"! è un "sodalizio" che dura da anni:

1997: mi viene regalata la "super nintendo",consolle con cui ho imparato a conoscere il mondo dei videogame,grazie anche al fantastico "Donkey Kong", o a "Robocop".

1999: arriva a casa mia,la rivoluzione di tutte le consolle. La Play Station.
Devo ringraziare di cuore la Sony, perchè è stata un'invenzione incredibile.
Ancora ricordo i pomeriggi passati a casa con gli amici a cercare di superare "Silent Hill", o a sfidarci a FIfa '99 o al successivo Fifa 2000,oppure a "collassarci" con "Crash bandicoot".

2002: il mio regalo di natale non può essere dei migliori: la Play Station 2.
La piattaforma rivoluzione di tutte le piattaforme.
E' la mia "rovina scolastica",poichè i pomeriggi,dopo scuola,non li passo a studiare,ma a sfidare mio fratello, o i miei amici al leggendario e famosissimo "Pro evolution", o a cercare di superare (con successo) "Gta vice city", "Splinter Cell",o ancora, "The Gateway","Onimusha".

2004: arrivano a casa mia,in contemporanea, Xbox e Pc, e con quest'ultimo, Internet.
Naturalmente, sfide a videogame di calcio (pes,fifa 2004),e per quanto riguarda internet,sono i primi anni che inizio a "scoprirlo",e ad immettermi nei meandri della "rivoluzionaria" rete.

2006: inizio a rapportarmi con i primi social network (msn messenger).

2008: abbandono le consolle (Play Station e Xbox) utilizzando il pc anche per quanto riguarda i videogiochi. Inizio a giocare a "call of duty", o a "conflict denied ops", senza abbandonare naturalmente la saga di Pes.

2009: conosco Facebook, e diventa la mia "rovina".
Passo ore su questo social network, a chattare, scambiare opinioni e dire la mia!!!! ritrovando vecchi compagni di scuola e amici, di cui avevo perso letteralmente le tracce! tra tutti i lati negativi (violazione della privacy ecc ecc) anche facebook ha i suoi pro.

mercoledì 9 settembre 2009

La critica Usa impazzisce per i Simpson



Grande successo per i
Simpsons negli U.S.A. La Stampa riporta i commenti delle riviste e dei critici dopo la proiezione della prima americana:

Brian Lowry di Variety: “Dopo 18 anni e 400 episodi “The Simpsons” ha sviluppato un ingente pubblico potenziale, da quanti lo guardano tuttora a quanti lo guardavano in passato a quelli che non sono più spettatori ma hanno figli incollati allo schermo. Fortunatamente, il film stesso offre un valido incentivo e l’efficace campagna marketing della Fox dovrebbe assicurare sufficiente curiosità…

Kirk Honeycutt sul Reporter: ”The Simpsons Movie” è tutto quello che un fan 18enne della serie televisiva animata della Fox potrebbe chiedere. Detto questo, Homer apre il film apostrofando gli spettatori “giant suckers” perchè pagano per vedere quello che è gratis in Tv. (…) “The Simpsons Movie” pare un cavallo vincente per 20th Century Fox e Gracie Films. Mirando al risultato al box office, la crew fedele e leale dei Simpson, la moltitudine di scrittori, produttori e il regista David Silverman sono veterani della serie, hanno lavorato sodo - dice Honeycutt - per fare un film che si rifà agli anni vintage della sit-com. È caustico, irriverente, sempre divertente e un po’ rude. Non molto, comunque. Non è il film di “Beavis and Butt-Head” o “South Park”. Piuttosto, oserei dire, è charming.

Come si evince da queste,e da moltissime altre, ammirevoli critiche, il film dei Simpson,nato inizialmente come "regalo di compleanno" per i 20 anni della sit-com animata, sia diventato un vero e proprio successo. In un certo qual modo, c'era da aspettarselo, poichè sono a migliaia le persone, (grandi e piccoli) che da 20 anni sono incollati alla tv per vedere questa fantastica, divertente, e anche "riflessiva" serie animata. Che dire, Complimenti a Matt Groening e alla Fox!!!!


martedì 1 settembre 2009

Scienza e Filosofia: i Simpson fanno scuola!








“I Simpson” continuano a far parlare di sè, anche fuori dallo schermo. Fin quando si parla di Homer & Co. come di semplici personaggi televisivi, però, tutto torna nell’ambito di una normale analisi televisiva e sociologica. Ma quando iniziano ad uscire una serie di libri dedicati alla famiglia più irriverente della televisione, in molti casi, sotto aspetti che usano solo come pretesto gli episodi per trattare temi più ampi, la situazione diventa unica nel suo genere.
Negli episodi, è possibile rintracciare diversi livelli di lettura: quello della singola puntata, quello della vita dei personaggi, il livello umoristico, ironico, e le parecchie citazioni, che di fatto creano un “gioco” tra chi segue lo show e chi lo fa, nel quale ci si diverte da un lato ad inserire riferimenti artistici più o meno noti e dall’altro si cerca, di rintracciare la suddetta citazione. Da qualche anno sono usciti alcuni libri che hanno preso spunto dall’opera del fumettista americano Matt Groening per scrivere numerose pagine dedicate ai cittadini di Sprigfield.
Uno dei primi libri usciti è stato “I Simpson. Una famiglia dalla A alla Z” di Guido Michelone, in cui, attraverso il pretesto del dizionario, si potevano trovare interessanti analisi sul fenomeno Simpson. Con gli anni, però, l’attenzione è uscita dal campo dei mass media per andare verso altre discipline: Nel 2005,esce “I Simpson e la filosofia”, raccolta di saggi in cui numerosi filosofi e studiosi estrapolano dalla narrazione e dai dialoghi di più di 300 episodi, la dimostrazione di come, ad esempio, Homer abbia a che fare con Aristotele, o che Bart è un modello di comportamento nichilista. L’ultimo ad uscire è “La scienza dei Simpson” , di Marco Malaspina, che racconta di quanti riferimenti scientifici siano presenti nel cartone. Gli stessi riferimenti sono inoltre legati a problemi di attualità o sono comunque parte integrante della struttura della sitcom: in effetti, Homer lavora in una centrale nucleare, gli esperimenti di Lisa vincono quasi sempre il primo premio scolastico e uno dei personaggi “secondari” ed anche uno dei più buffi è lo scienziato Frink.